lunedì 31 ottobre 2011

I DATI ISTAT CONFERMANO CHE BERLUSCONI SOGNA...E' NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE, COME ALICE

I dati Istat sull’aumento della disoccupazione giovanile fino al 30%, sulla manodopera femminile ridotta a un reale 50% e sull’inflazione, che si è triplicata rispetto all’adeguamento dei salari e delle pensioni a ottobre, indicano che il governo ha scelto la strada della recessione.

I dati dimostrano, inoltre, che la realtà è più forte di qualsiasi letterina che Berlusconi possa inviare fuori dall’Italia, perché è in Italia che bisogna agire il prima possibile. Negli ultimi dieci anni di governo Lega-Berlusconi, ben 10 punti percentuali di ricchezza prodotta si sono spostati dai salari e dalle pensioni alla grande rendita.

In un periodo di grave crisi, come quello che stiamo vivendo, è evidente che il rilancio dei consumi è una delle leve su cui agire. Ma se il presidente del Consiglio si adopera solo per l’acquisto di una nuova concessionaria per il gioco d’azzardo o di altre ville sparse nel mondo, e per il mantenimento dei costi della casta, non cambierà mai nulla nell’andamento dell’economia del Paese. Anzi provocherà solo rabbia e altre reazioni sociali.

L’età effettiva di pensionamento in Italia è uguale a quella tedesca, e rientra nella media europea. Così, il nostro sistema pensionistico, a detta di diversi Istituti internazionali indipendenti, è in equilibrio fino al 2050. Ma tutto ciò al governo non interessa affatto e continua ad aumentare l’età pensionabile, senza mai intervenire sui privilegi della casta e senza fare alcunché per combattere l’evasione fiscale.

Gli italiani devono sapere che ogni anno in più di età pensionabile, equivale a circa 70 - 80 mila assunzioni di giovani in meno, ogni anno. Per risolvere questo pasticcio, il governo ha pensato "bene" di rendere i licenziamenti più facili, che è un’azione vergognosa e da veri irresponsabili, perché ulteriormente recessiva. L'IdV si augura, dunque, che questo esecutivo se ne vada casa al più presto così da poter ricostruire il Paese e far ripartire l’economia.

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