mercoledì 23 novembre 2011

Bpm, pc "sottratto" alla Finanza indagato il senatore Laboccetta (Pdl)

milano

Bpm, pc "sottratto" alla Finanza
indagato il senatore Laboccetta (Pdl)

Per il parlamentare l'ipotesi di reato è favoreggiamento per aver sottratto un computer alla perquisizione della società oggetto dell'inchiesta sui finanziamenti facili da parte della Banca popolare di Milano. Anche Corallo nei guai, per false attestazioni di qualifica

MILANO - Il senatore del Pdl Amedeo Laboccetta e Francesco Corallo, titolare di fatto della società Atlantis, sono stati iscritti dalla Procura di Milano sul registro degli indagati nell'ambito dell'inchiesta sui finanziamenti della Bpm.  E' indagato per favoreggiamento il deputato del Pdl Amedeo Laboccetta che aveva portato via un computer durante la perquisizione in piazza di Spagna a Roma negli uffici di Francesco Corallo, nell'ambito dell'inchiesta milanese sull'ex presidente di Bpm Massimo Ponzellini, accusato di associazione a delinquere e ostacolo all'autorità di vigilanza.

Francesco Corallo, titolare di Bplus-Atlantis, la società che aveva ricevuto finanziamenti da Bpm, invece è indagato per false attestazioni di generalità e di qualifica perché aveva sostenuto di essere ambasciatore presso la Fao della Repubblica di Dominica. La parte dell' inchiesta relativa a Laboccetta e Corallo sarà trasferita per ragioni di competenza a Roma. I magistrati considerano il pc un corpo di reato e, nel tentativo di recuperarlo, si rivolgeranno alla Camera, dove Laboccetta dice di averlo portato, per ottenere l'autorizzazione a sequestrarlo.

L'episodio è stato ricostruito in una nota trasmessa ai pm. Le Fiamme Gialle si sono presentate alle 9 di mattina ma sono state inizialmente bloccate fuori dalla porta perchè il titolare di Atlantis ha fatto valere una presunta immunità diplomatica, sostenendo di essere ambasciatore per la Fao in Italia della Repubblica caraibica di Dominica, carica che la stessa Fao ha negato. Dopo di che nell'abitazione-ufficio, mentre già si trovavano Corallo, quattro avvocati e una collaboratrice sudamericana, è arrivato Laboccetta il quale, quando finalmente èstata fatta entrare la Guardia di Finanza, ha impedito il sequestro di un computer portatile e, sostenendo di esserne il proprietario, se l'è portato via senza nemmeno dare il tempo di segnare il codice identificativo.

Sul computer prelevato dal deputato sono state date tre versioni diverse. La prima fornita da Corallo è stata che il pc era della sua collaboratrice. Questa, come risulta dalla ricostruzione delle Fiamme Gialle, avrebbe affermato che era di un'assistente di Laboccetta  e alla fine il parlamentare ne ha rivendicato la proprietà.

"Non ho nulla da nascondere, che la Camera voti pure per l'autorizzazione. Sono sereno", ha commentato Laboccetta a Radio 24.
(21 novembre 2011)

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