lunedì 12 dicembre 2011

MANIFESTAZIONE CGIL CISL UIL COSENZA 12/12/2011














UN MOSTRO DI FERRO IN CENTRO A COSENZA




LE VICENDE GIUDIZIARIE DI GIUSEPPE SCOPELLITI


DUNQUE CARI AMICI, AMICI DELLA CALABRIA, GIOVANOTTINI CHE PARLATE SOLO DI CALCIO, E POI TUTTO IL RESTO NON VE NE PUO' FREGARE DI MENO. MA VOI VE LO SIETE CHIESTO CHI E' QUESTO GIUSEPPE SCOPELLITI? QUESTO POLITICO CHE GOVERNA LA REGIONE CALABRIA, INNANZITUTTO LA SUA NATURA DI INDAGATO E CONDANNATO, SI SPOSA PERFETTAMENTE, CON LA SUA APPARTENENZA ALLE FILE DEL GOVERNO BERLUSCONI, GOVERNO COME SAPETE FATTO DI CORROTTI, MAFIOSI, PIDUISTI, TRUFFATORI, E CHI PIU' NE HA PIU' NE METTA. MA AL VERTICE DELLA REGIONE CALABRIA, SI TROVA UN SOGGETTO CHE E' STATO INDAGATO, E CONDANNATO PER NUMEROSI REATI, IL PIU GRAVE DEI QUALI. IL FALSO IN BILANCIO, DI QUANDO ERA SINDACO A REGGIO CALABRIA. QUESTI POLITICI STANNO PORTANDO AL COLLASSO LA REGIONE. E NON POSSONO ESSERE PIU TOLLERATI. RAGAZZI NON DOBBIAMO AVERE I PARAOCCHI. NOI POTREMO RISOLLEVARE LE SORTI DELLA REGIONE SOLO QUANDO QUESTA CLASSE POLITICA, FORMATA DA PERSONE CON LA FEDINA PENALE SPORCA, SARA' IMPEDITO DI RICOPRIRE CARICHE PUBBLICHE. SCOPELLITI COME SI PUO' DIRE SOTTO SOTTO HA ANCHE QUALCHE CONTATTO COME LA NDRANGHETA, LA STESSA COSA DI COSENTINO IN CAMPANIA, E DI DELL'UTRI, E TOTO' CUFFARO A PALERMO CON LA MAFIA


Caso Italcitrus [modifica]Nel novembre 2009 è stato condannato dalla Corte dei conti a risarcire l'erario per 1.300.000 euro, in solido con un tecnico comunale, in seguito all'acquisto di una ex fabbrica per la lavorazione degli agrumi, "Italcitrus", che il Comune di Reggio Calabria ha acquistato per 2.536.000 euro al fine di trasformarla in centro di produzione della Rai. La Corte ha accertato che il prezzo di acquisto era più che doppio rispetto ad una precedente valutazione (1.141.876,50 euro) realizzata dal Tribunale di Reggio in un altro procedimento.[5][6]

Caso gazebo sul lungomare Falcomatà [modifica]


Uno dei gazebo sul lungomare
Nel novembre 2010 è rinviato a giudizio dal gip di Reggio Kate Tassone per occupazione abusiva di spazio demaniale e violazione del codice della navigazione, avendo Scopelliti fatto sorgere a meno di trenta metri dalla battigia quattro gazebo sul Lungomare di Reggio. I gazebo in questione sono stati costruiti senza i necessari pareri degli uffici competenti. Il mancato nulla osta del demanio marittimo aveva fatto sì, nel 2006, a tre giorni dalla consegna, che i lavori fossero fermati dalla Capitaneria di porto su richiesta del gip. Da allora il Comune di Reggio Calabria si era disinteressato della loro rimozione e aveva difeso i gazebo.[7]. Allo stato attuale (Novembre 2010), i gazebo in questione sono ancora in loco, con non poca deturpazione del territorio in quanto la copertura, originariamente prevista da adornare con piante rampicanti, si trova tutt'ora in cemento grezzo e profilati d'acciaio sporgenti. Nelle facciate non è più possibile trovare i sigilli di sequestro, ma quel che rimane delle pluri-vandalizzate assi di legno che al tempo erano ricoperte da rendering fotorealistici dell'opera, mai completata.[8] A causa di ciò da numerose stagioni i manufatti destano anche problemi di sicurezza per bambini, animali e turisti in genere e complicazioni igienico sanitarie, in quanto presi d'assalto da senzatetto come gabinetti pubblici, appunto assenti in città. In data 30 marzo 2011 i suddetti gazebo, sono stati dissequestrati dalla Magistratura per il loro completamento.[9] Successivamente Scopelliti è stato assolto dal reato di occupazione abusiva di spazio demaniale.[10]

Possibili frequentazioni equivoche [modifica]

Scopelliti risulta coinvolto in vicende riguardanti i suoi stretti rapporti con l’imprenditore, considerato vicino alla cosca Libri di Cannavò, Pasquale Rappoccio. Un incontro a Milano con il boss Paolo Martino. Gli incontri con Nino Fiume e Giovambattista Fracapane (pentiti di ‘ndrangheta) anche loro come Martino organici alla cosca De Stefano di Reggio Calabria. E il banchetto per l’anniversario di matrimonio dei genitori dei fratelli Barbieri (uno dei quali, Mimmo, è finito in carcere nell’ambito dell’inchiesta “Meta”; mentre l’altro, imprenditore edìle, ha realizzato opere pubbliche anche per il Comune di Reggio Calabria) a cui prese parte l’attuale ricercato Cosimo Alvaro. Scopelliti, però, non è mai stato indagato di alcun reato collegato a quanto riferito dalla stampa.[11]. Lo stesso Scopelliti, in un'intervista al settimanale Chi del Novembre 2010, appartenente alla famiglia del Presidente del suo partito, etichetterà come "situazioni paradossali" le passeggiate sul lungomare con affiliati a famiglie mafiose di chi si batte e complimenta per i successi dello stato contro la malavita organizzata.[12]

Caso della discarica di Longhi Bovetto [modifica]

Nel settembre 2010 riceve un'altra condanna. La seconda sezione penale di Reggio Calabria, dopo circa due ore di camera di consiglio, lo reputa colpevole assieme ad Antonio Caridi (ex Assessore regionale alle Attività Produttive, pure lui del PdL) ed Igor Paonni (ex Assessore all'Ambiente del Comune di Reggio ed attuale Assessore regionale alle Attività Produttive), di omissione di atti d'ufficio per non aver vigilato durante la sua carica di Sindaco di Reggio sullo smaltimento del percolato della discarica di "Longhi Bovetto" (chiusa nel 1999 e mai messa in sicurezza)[13] e lo condanna perciò a sei mesi di reclusione[14]. Nelle immediate vicinanze della discarica è presente una scuola elementare ultimata da 10 anni, ma che non è mai potuta divenire operativa proprio a causa della mancata bonifica dell'area che nello stato di abbandono in cui riversa[15], rilascia gas nocivi all'entrata dell'istituto e pericolosi liquidi negli orti a ridosso della stessa. Il progetto esecutivo dell'importo parziale di 450'000€ era stato approvato nel 2006 dalla giunta Scopelliti[16], mentre la condanna riguarda lo smaltimento del percolato, intervento dal costo irrisorio in confronto (6'000€)[17], entrambi mai realizzati.

Caso Fallara [modifica]

Nel marzo 2011 è indagato, nella qualità di ex sindaco di Reggio Calabria, per abuso in atti d'ufficio. L'indagine riguarda gli incarichi affidati alla dirigente comunale del settore Bilancio Orsola Fallara, che si è tolta la vita nel dicembre 2010[18], e ai relativi compensi.[19][20][21]

Falso in atto pubblico [modifica]

Il 19 Ottobre 2011 viene indagato per falso in atto pubblico dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria. I fatti si riferiscono a quando era in carica come sindaco di Reggio Calabria nell'ambito delle indagini sul "Caso Fallara", la dirigente comunale del settore bilancio, suicidatasi nei mesi precedenti. Una recente ispezione del ministero delle Finanze ha rilevato un buco da 170 milioni nelle casse del comune.[22][23][24]