lunedì 19 dicembre 2011

SONIA ADDARIO


Asta frequenze e articolo 18: nessun trucchetto




Ieri il ministro per lo Sviluppo economico Corrado Passera ha affermato che sarebbe una vergogna non mettere in gara le frequenze televisive. Sono contento nel vedere che il governo ha cambiato idea, non pensa più che io sia l’ultimo giapponese e concorda sulla necessità di non regalare le frequenze a Berlusconi. Adesso però bisogna vedere se sono solo le solite belle parole o se seguiranno i fatti. Bisogna vedere cioè se questo governo sa solo mettere tasse per tutti i cittadini, per poi fermarsi quando si tratta di toccare gli interessi del “solito noto”. Dopo l'approvazione, alla Camera del nostro ordine del giorno, abbiamo presentato al Senato l’emendamento per mettere subito all’asta le frequenze televisive. E' sufficiente che votino allo stesso modo questo emendamento al Senato, che tornerebbe così alla Camera. Non serve molto tempo, basta mezz’ora per approvarlo, e diventerà legge. Il governo può appoggiare e sostenere questa strada, dimostrando così di voler fare sul serio e di non voler prendere in giro i cittadini. Perché se un ordine del giorno, cioè un impegno preciso assunto dal governo per far diventare legge qualcosa che tutti ritengono giusto, resta solo sulla carta, diventa una presa in giro. Anzi peggio: un’offesa all’intelligenza degli italiani, un trucchetto, una truffa che noi non potremmo accettare. Non c'è differenza solo perché a farla sarebbe un ministro del governo Monti invece che uno del governo Berlusconi. Così come non possiamo accettare la riforma dell’art.18 dello Statuto dei lavoratori. E’ un’idea vecchia e pericolosa, che invece di agevolare la coesione sociale ci riporta allo scontro frontale tra imprenditori e lavoratori. La strada che noi dell’IdV indichiamo è tutt’altra. E’ quella dei contratti di apprendistato, che permettono al datore di lavoro di valutare il lavoratore prima di assumerlo, ma una volta superato l’apprendistato il lavoratore può contare su un contratto a tempo indeterminato e così può costruirsi un futuro.

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Taranto, rapina in banca: ucciso vigilantes

 

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19.12.2011

Taranto, rapina in banca: ucciso vigilantes

L'uomo, Giuseppe Moretti di 35 anni, sarebbe stato colpito alla testa dopo aver accennato una reazione

foto Ap/Lapresse
16:49 - Un vigilantes è rimasto ucciso nel corso di una rapina in una filiale Unicredit nel rione Tamburi a Taranto. Alla reazione della guardia, i banditi gli avrebbero sparato. Inutili i soccorsi del personale del 118: l’uomo è stato raggiunto da colpi d'arma da fuoco alla testa ed è morto sul colpo. Sul posto sono intervenute numerose squadre dei carabinieri e della polizia. I rapinatori sono riusciti a fuggire.
La guardia giurata uccisa dai rapinatori si chiamava Giuseppe Moretti, di 35 anni, sposato con due figli, dipendente dell'istituto di vigilanza Vis.

L'uomo è rimasto ucciso durante la consegna di denaro da un furgone portavalori alla banca. Secondo una prima ricostruzione degli investigatori, i banditi con il volto coperto e armati con pistole, hanno atteso l'arrivo del furgone portavalori dinanzi alla banca. Uno dei due si sarebbe avvicinato alla guardia giurata e l'ha minacciata perché consegnasse il denaro. Moretti avrebbe avuto un accenno di reazione e sarebbe stato colpito alla fronte. I rapinatori sarebbero quindi fuggiti con il denaro.

883 - Viaggio al centro del mondo (remix videoclip)


CHIUDE RAI ITALIA... TUTTA COLPA DI BERLUSCONI

Visti da New York

Siamo tutti Rai Internazionale

di Stefano Vaccara 18-12-2011


Un'amica che lavora in Rai scrive su Facebook: "Il 31 dicembre Rai Internazionale chiude e una sessantina di persone a contratto si troveranno senza lavoro. Contestualmente chiude Rai Corporation a New York. Una quarantina di persone si troveranno senza lavoro. Intanto Mediaset apre la sua programmazione all'estero. Un caso?"
Chi pensa male fa peccato ma ci azzecca, diceva un Giulio non Cesare ma che sette volte governò. Da italiano negli Stati Uniti, sono contento dell'arrivo di un'altra televisione italiana, però mi imbestialisco al sospetto per la chiusura di Rai Internazionale. La tv pubblica semmai bisognerebbe metterla nelle condizioni di poter produrre meglio, per offrire - e non solo a noi italiani all'estero - ciò che per una tv commerciale come Mediaset non sarà una priorità: cultura e informazione italiana di qualità per il mondo.
Ma non pecchiamo a pensar male, Rai Internazionale la chiudono perché c'è la crisi... Minchiate! La Rai è governata ancora da uomini - o meglio dire donne? - di Silvio Berlusconi, che non stanno lì per curare gli interessi degli italiani ma del loro capo.
E gli interessi degli italiani all'estero chi li difende? Forse il "nostro" deputato americano, Amato Berardi, eletto con il partito di Berlusconi? On. Berardi, permetta un consiglio: torni a Filadelfia, oppure... Cambi subito partito! Il Pdl sta agli interessi dei cittadini italiani all'estero come il diavolo con l'acqua santa.
Forse ci aiuterà il Pd? Il suo responsabile per gli italiani nel mondo, Eugenio Marino sarà volenteroso, ma quanto conta nel partito di Bersani?
La realtà è che il governo Berlusconi negli ultimi mesi è riuscito ad approfittare della salute precaria del gladiatore degli italiani all'estero, Mirko cuor di leone Tremaglia: lui avrebbe scatenato l'inferno in Parlamento.
Perbacco, ma al governo non c'è più Berlusconi, c'è Monti! E siamo fortunati, perché il Professore ha scelto come suo Ministro degli Esteri l'ex ambasciatore a Washington Giulio Terzi di Sant'Agata, colui che aveva dedicato energie e strategie alla diffusione della lingua e cultura italiana. Il neo titolare della Farnesina è convinto che lingua e cultura siano strumenti essenziali per la politica estera delle nazioni, "soft power" che spinge tutto, anche le esportazioni. Terzi da ambasciatore usava la "fava" della lingua-cultura italiana per "due piccioni": servire meglio la comunità italiana e italoamericana ma anche rafforzare l'amore per l'Italia tra gli americani.
Allora, quale migliore strumento se non una Rai Internazionale potenziata nel ruolo di principale diffusore d'informazione e cultura? Per carità, la giostra del gol va benissimo, la passione per il calcio fa parte della cultura del popolo italiano. Ma Rai Internazionale deve produrre anche programmi in cui far discutere gli italiani all'estero di ciò che realizzano, dove si mostra come spargono d'italianità il mondo e come loro guardano a ciò che avviene in Italia. Cioè fare cultura italiana all'estero.
Terzi si è mosso subito, prima "congelando" la chiusura di molte sedi consolari nel mondo decise dal precedente governo. E poi, leggevo su internet, rispondendo ad una lettera di un connazionale, Luciano Gonella, che dal Canada chiedeva spiegazioni sulla chiusura di Rai Internazionale. Terzi dice di "condividere" la preoccupazione degli italiani nel mondo, per ciò che riguarda le "articolazioni internazionali della Rai. Dal punto di vista della Farnesina, la Rai è un protagonista centrale di quel 'Sistema-Italia' che aspiriamo ad accreditare sempre più all'estero, come la globalizzazione ci impone, e la rete estera del servizio radiotelevisivo pubblico è un elemento fondamentale della presenza politica, culturale ed economica dell' Italia nello scenario internazionale". Quindi Terzi è "fermamente convinto, anche sulla scorta della mia esperienza di Ambasciatore negli Stati Uniti, che sia nostro interesse e nostro preciso dovere, a maggior ragione nel momento di difficoltà che stiamo attraversando, riservare una speciale attenzione alle comunità italiane all'estero, coinvolgendole attivamente nel comune progetto di ripresa dell'Italia". Infine il ministro fa sapere: "Ho personalmente rappresentato a più riprese al Presidente Garimberti, nel rispetto dell'autonomia aziendale, la mia viva aspettativa che i progetti di razionalizzazione per le diverse componenti della rete internazionale della Rai tengano conto degli interessi complessivi dell'Italia nel mondo...".
Basterà? Sono toste le sentinelle di Berlusconi lasciate alla Rai (Garimberti almeno è riuscito a far saltare Minzolini dal Tg1). Ci appelliamo quindi anche al Presidente della Repubblica Napolitano e al presidente della Camera Fini (quello del Senato Schifani temo che con gli affari di Berlusconi non vorrà scottarsi, ma sarebbe magnifico essere smentiti), affinché si scongiuri la chiusura di Rai Internazionale e la si rilanci. Altro che tagli alla programmazione! Il budget del canale che avrebbe dovuto essere dedicato alla proiezione dell'Italia nel mondo, grazie al governo Berlusconi era passato dai 35 milioni di euro del 2008, ai 21 del 2011 e, per il 2012, erano previsti solo 6,3 milioni! Capito? Tanto arriva Mediaset...
Il conflitto di interessi di Berlusconi resta una vergogna che colpisce tutti: l'Italia appartiene non solo a tutti noi italiani, ma anche a chi nel mondo l'ama e non dovrebbe essere svenduta. Rinnoviamo il benvenuto a Mediaset Italia International, porterà più show e intrattenimento di qualità in lingua italiana. Ma pretendiamo anche più Rai Internazionale, non quella lasciata soffocare per anni ma una vera, con più cultura e informazione italiana da diffondere nel mondo. Altro che chiudere e licenziare: per Rai Internazionale più qualità, meno sprechi, più investimenti mirati.
Tanti auguri Ministro Terzi e anche agli italiani d'America, saremo tutti al suo fianco nella battaglia per rilanciare Rai Internazionale.