domenica 30 marzo 2014

politica estera e militare. quale tabù



 La domanda di oggi che è rimasta inevasa al candidato alle europee praticamente, in cosa si riduceva, provo a sintetizzarne il senso, visto che era molto complessa per lui, e non è stato in grado di rispondermi.  Praticamente, io volevo sapere, quando il movimento cinque stelle, andrà  al parlamento europeo, come intenderà ridefinire le relazioni bilaterali con gli stati uniti, in tema di libero scambio , e per quanto riguarda la politica militare ed estera.  Ho fatto questa domanda in quanto ho una laurea che si riferisce alla cooperazione internazionale allo sviluppo, per le aree povere del mondo, ed un master in turismo rivolto al mercato mondiale. Ovviamente non c’è nessun intento personale da parte mia, riferito al lavoro. Il senso  era, che vorrei l’europa fosse fautrice, di un nuovo modello di politica estera. Tesa ad accantonare le bombe, ed a incrementare gli aiuti economici, ai tanti paesi dell’africa, asia, del medio oriente, del sud america, del centro america che purtroppo soffrono la povertà e la fame. Essere poliziotti del mondo, significa soprattutto essere garanti dei diritti umani, con gli stati uniti nell’ultimo decennio ho fatto il diavolo a quattro, avendo avuto anche militanza nei democrats, per tentare di urlargli in tutti i modi che missioni in somalia ed afghanistan, due posti presi a caso.  Devono prevedere anche aiuti economici, costruzione di scuole, sostegno all’infanzia, infrastrutture, ecc… per cui per chiudere i temi importanti nel continente devono essere il fiscal compact, il pareggio di bilancio, ed il cambio di rotta sulle missioni all’estero. Abbiamo patito troppe guerre in passato, ho sempre  promosso la pace e la cooperazione, sopratutto nel ricordo di giovanni paolo II che in vita sua ha sempre visitato i paesi poveri, in primis quelli africani, dove le guerre  civili ed etniche infuriano da decenni. Cerchiamo di muoverci